La sicurezza della casa e del patrimonio dal XIII al XVIII secolo, dal 15 dicembre 2001 al 24 marzo 2002

Scultura

 

 

 

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Fax 0422-591337

 

Rivolgersi a: Museo civico "L.Bailo"

 

Dal 15 dicembre 2001 al 24 marzo 2002
Orario martedì-domenica 9-12 e 14.30-18
Chiuso il lunedì

Ingresso £ 5.000, gruppi £ 3.000, scuole £ 2.000

La mostra consente, per la prima volta, di godere di una delle più curiose ed intriganti tra le infinite collezioni di arti applicate che il fondatore dei Civici Musei di Treviso, l’abate Luigi Bailo, mise insieme - con passione quasi maniacale - in una vita di ricerche, acquisti, acquisizioni.



Dando vita a questa originalissima raccolta di “strumenti di sicurezza”, l’Abate volle dimostrare che anche nel creare oggetti d’uso comune come le chiavi, oggetti il cui valore sta nell’utilità e non nella bellezza, l’uomo può offrire dimostrazioni straordinarie del proprio infinito ingegno.



Cosa di più dei complessi meccanismi di sicurezza creati nei secoli per tenere lontani ladri e maleintenzionati poteva appassionare l’Abate? Quelli che egli cercò e stivò nei depositi di Casa da Noal spesso si rivelavano “rompicapi” con cui misurasi e le sfide più apparivano difficili e più appassionavano questo singolare sacerdote-intellettuale.



Un secolo dopo, sono occorsi più d tre anni perché esperti fabbroferrai riuscissero a venire a capo dell’apertura di tutte le serrature che il Bailo lasciò debitamente chiuse, quasi a sfidare i posteri.



Come quella della cinquecentesca “Porta del Tesoro”, risultata apribile solo con tre diversi chiavi girate contemporaneamente da tre diverse persone, a garanzia, evidentemente, dei beni davvero importanti che la porta preservava. Per rendere ancora meno facile la soluzione del rompicapo, l’Abate non si peritò di abbinare le chiavi alle rispettive serrature ma le confuse, costringendo i posteri ad una caccia al tesoro.



In una cassaforte, naturalmente rinchiusa, il Bailo occultò un tesoretto costituito da un gruppo di bellissime chiavi, evidentemente le sue preferite, e tra esse anche alcuni pezzi di epoca romana. Per un secolo nessuno ha saputo della loro esistenza e solo ora hanno rivisto la luce.



“Questa è stata la mostra delle sorprese” afferma l’attuale successore del Bailo, il Direttore dei Civici Musei, Eugenio Manzato. E per evitare che, magari tra un altro secolo, altri ritrovino a dover risolvere enigmi e rompicapi, il professor Manzato ha disposto che i meccanismi di chiusura più complessi vengano documentati in catalogo e in mostra con delle assonometrie.



I pezzi selezionati da Manzato per l’esposizione si distinguono per la bellezza oltre che per la complessità: spesso le chiavi si presentano come piccoli capolavori dell’arte del bronzetto, del ferro, del cesello o della niellatura: Tutt’altro che raro è l’utilizzo accanto al ferro o bronzo, di metallo preziosi come l’argento e l’oro. Le decorazioni, siano motivi vegetali, figure geometriche, stilizzazioni di animali o di persone, risentono del succedersi di stili nell’arte “maggiore”, dal gotico fiorito al rococò.



La scelta è caduta su un centinaio di chiavi affiancate, in mostra, a decine di lucchetti, bandelle, serrature tolte dal loro sito originario o ancora incastonate in porte, cassoni dotali o di stipi portadocumenti, oltre a casseforti e porte blindate.



Data l’origine (e l’originalità) della collezione, molto interesse riveste la robotica, ovvero i meccanismi che le chiavi provvedevano a far ruotare o scattare, tanto più riusciti quanto più complessi.



Mostra nella mostra sono le immagini di chiavi in opere d’arte, dai tradizionali San Pietro all’enigmatico “Ritratto di monaco domenicano” di Lorenzo Lotto: le due chiavi che vi compaiono raffigurate le ritroviamo, in esemplari dell’epoca, esposte in mostre.


Mostra promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Treviso e dai Musei Civici.
Direzione della mostra: Eugenio Manzato, a cura di A. Bellieni, E.Manzato, edito da Canova

Sponsor:La sicurezza- Treviso

 


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