Convegno Tecnobanca ?8

 

Capestri nell’informatica e capestri nelle telecomunicazioni

sintesi dell’intervento di Adalberto Biasiotti

 

Prima di inoltrarci nel tema che abbiamo prescelto, è bene tracciare una breve sintesi di cosa ha significato per noi l'ingresso in Europa, dal punto di vista delle telecomunicazioni.

Prima dell'avvio del processo di integrazione e di liberalizzazione che la Unione Europea ha in ogni modo favorito, l'Italia, come d'altronde altri paesi, gestiva le telecomunicazioni in un regime di assoluto monopolio, manifestato sotto forma di concessioni esclusive, da parte dello Stato, ad una società di apparente diritto privato, ma con tutte le caratteristiche di una azienda operante in ambito parastatale. In questo la SIP era assai simile alla RAI: privata della apparenza, governata dalla mano pubblica, e talvolta dalla mano politica, nella sostanza.

Questa situazione può avere pregi e difetti:

- da un punto di vista, può favorire lo spostamento a favore dei più deboli delle tariffe, in quanto la mano pubblica potrebbe agire come elemento di perequazione a favore dei meno abbienti. Dall'altro punto di vista, viene meno ogni controllo sulle tariffe e sulla qualità del servizio, per non parlare della introduzione di servizi innovativi.

 

Che la assenza di concorrenza sia elemento di appiattimento tecnologico e di degrado della qualità del servizio, è un fatto che ormai neppure il più cieco difensore della mano pubblica e monopolistica può sostenere.

In altri paesi, europei e non, che ben prima di noi si sono avviati su questa strada, i benefici sono stati rapidi e clamorosi: tariffe più competitive, migliore qualità dei servizi, maggiore differenziazione delle offerte, introduzione di servizi avanzati.

Sul piano negativo, come già accennato, in alcuni casi si è rilevata una maggiore penalizzazione in danno degli strati più deboli della popolazione. Solo in qualche caso lo Stato è intervenuto, cercando di porre rimedio alle situazioni più clamorose.

 

In Italia la liberalizzazione non è ancora arrivata nei fatti, anche se è arrivata in diritto. Il primo passo, imposto dall'Europa ed accolto dall'Italia, in particolare dal gestore delle telecomunicazioni, con scarsa buona grazia, per non dire mala grazia, è stato applicato al mondo della comunicazione dei dati.

Chi vi parla ricorda anche troppo bene la tragica vicenda di una azienda privata, che cercò di offrire, con il pieno sostegno del diritto comunitario, i primi servizi privati di telecomunicazioni tra Roma e Milano. La azienda vinse la battaglia e perse la guerra, perché esaurì le sue disponibilità economiche, prima di ottenere il riconoscimento del suo buon diritto dalla magistratura civile, la cui lentezza mal si addice al frenetico mondo delle telecomunicazioni, soprattutto digitali.

 

Già da alcuni anni, è possibile appoggiarsi a reti private di trasporto dati, a condizioni liberamente pattuite, e con contratti di diritto privato che vengono stipulati tra le parti e non imposti dall'ente monopolistico.

E' così possibile introdurre parametri di qualità, di tempi di ripristino, di varietà dei servizi offerti, in un quadro tariffario che è determinato solo dal potere contrattuale delle parti e non da una terza parte, in passato il ministero delle poste, che sembrava agire sopra le parti ed agiva solo in favore di una parte.

Sono parole dolorosa e pesanti, ma di cui oggi credo nessuno possa negare la verità.

La cosiddetta rivoluzione del primo gennaio 98 fa riferimento alla possibilità di offrire in regime di diritto privato anche i servizi di telefonia, perfino con connessione portata a casa dell'utente.

La recente notizia di cronaca che Infostrada ha già avanzato una richiesta per offrire servizi di telefonia a domicilio, con propria rete fisica, dimostra come siano ormai molte le aziende che si stanno preparando a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla completa liberalizzazione dei servizi telefonici, prevista dal primo gennaio 1998.

Ma se è vero che la stesura di linee fisiche a domicilio dell'utente richiederà molto tempo e potrà servire solo utenti posti in zone ad alto valore di traffico, già oggi molti utenti, anche in zone relativamente marginali, possono sfruttare un servizio alternativo di connessione telefonica, che funziona secondo lo schema seguente.

Presso il domicilio dell'utente viene installata una scatola nera intelligente, che analizza il i numeri di telefono che vengono selezionati dall'utente. Tutti i numeri che hanno un prefisso di teleselezione appropriato vengono dirottati su una chiamata locale, ad una centrale di smistamento di proprietà dell'ente che offre il servizio alternativo. La chiamata locale viene poi trasferita sulla rete propria dell'ente, che sfrutta proprie dorsali o sfrutta capacità acquistata all'ingrosso e buon prezzo dal gestore nazionale, inoltrando la chiamata ad un proprio nodo di rete, situato nella città corrispondente al prefisso di teleselezione digitato dall'utente. La chiamata viene successivamente inoltrata all'utente chiamato sulla rete locale.

In altre parole, una chiamata in teleselezione da Milano a Palermo, può essere scomposta in tre tronchi:

-un tronco da utente milanese chiamante a nodo milanese della società alternativa

-da nodo milanese a nodo palermitano, su dorsale di proprietà della società alternativa

- da nodo palermitano ad utente palermitano chiamato su rete locale Telecom.

Il bello di questa operazione è che essa è completamente trasparente per l'utente. E' infatti la scatola nera intelligente il dispositivo che decide se la chiamata in partenza è da smistare sulla rete della società alternativa o deve essere smistata sulla rete Telecom Italia, perché il numero chiamato non ha un nodo corrispondente in zona.

La scatola nera è intelligente anche per una seconda ragione:

-essa può essere aggiornata a distanza, in modo che, mano a mano che la società alternativa attiva nuovi modi, le chiamate, che diversamente sarebbero state inoltrate sulla rete Telecom Italia, vengono dirottate sulla rete della società alternativa.

La trasparenza di questa connessione si unisce ad un costo che può essere negoziato, in quanto la società alternativa non ha vincoli tariffari, all'infuori della tassazione di chiamata urbana, in partenza e in arrivo.

Naturalmente la stessa scatola può essere utilizzata per le chiamate internazionali ed anzi è questa una delle applicazioni più frequenti. Ogni utente che si abbona a questo servizio riceve quindi ogni due mesi due separate bollette: una bolletta di Telecom Italia ed una bolletta della società alternativa.

Per completare il panorama attraente di questa proposta, vale la pena di ricordare che il conteggio dei secondi di conversazione viene effettuato a ritmi più brevi, rispetto alla proposta tradizionale di Telecom Italia. Questo fatto è importante perché una unità tariffaria da luogo dell'intero addebito tariffario, anche se si supera di un solo secondo l'intervallo di tariffazione.

Di questo fatto certo i presenti si sono già accorti, da quando hanno cominciato a leggere le offerte promozionali dei sistemi di telefonia cellulare, in cui il rateo di conteggio è stato ridotto a cinque secondi, contro il ben più lungo periodo precedente.

Quello che abbiamo illustrato è solo un esempio di ciò che può portare a tutti gli utenti telefonici il 1 gennaio 1998, a condizione che ci si tenga aggiornati, non si abbia timore di abbandonare la vecchia via per la nuova e si abbia una chiara idea di quanto oggi si spende in telefonia di quanto si potrebbe spendere domani.

 

A questo punto, ci si devi chiedere perché nel mondo bancario queste nuove proposte sembrano essere accolte ancora con molta esitazione. Provo ad avanzare una ipotesi.

Tanti anni fa, nel mondo bancario dominava un gigante dell'informatica: la IBM; essa aveva praticamente monopolizzato tutti i grandi sistemi informativi e nessuno aveva il coraggio di studiare a fondo le offerte alternative, che pure provenivano da fornitori di tutto rispetto:

- il prezzo più basso,

- la migliore qualità del servizio,

- le prestazioni eguali o superiori,

non erano sufficienti per far cambiare idea ai responsabili delle decisioni.

Solo poche, anzi pochissime banche, ebbero il coraggio di appoggiarsi a fornitori alternativi, con risultati eccellenti sulla base di tutti i più correnti parametri di valutazione, tra i quali oggi si pone in evidenza il prezzo: stiamo parlando di costi di esercizio del 30% in meno rispetto a costi equivalenti sistemi di big blue.

Ai responsabili decisionali, cui ponevo con il banale quesito:

" Come mai continuate sulla vecchia via e non avete il coraggio di intraprendere altre strade, apparentemente più vantaggiose? "

Una risposta esplicita non la ho mai ricevuta, ma ho ricevute molte risposte, che hanno consentito di delineare questo atteggiamento:

" Se compro apparati IBM e qualcosa va male, la colpa è della IBM. Se prendo apparati di altra azienda, e qualcosa va male, la colpa è mia perché ho voluto scegliere un fornitore alternativo, il cui nome ed il cui prestigio potevano essere attaccati, rispetto alla granitica fortezza della IBM.

 

Strada da prudenti o da pavidi? Lascio a voi la scelta. virgin hair extensions